La Lapide D.M. - DOMUS MOROZZO

UNA SENTENZA SU PIETRA

Lapide DOMUS MOROZZO - UNA SENTENZA SU PIETRA
Lapide DOMUS MOROZZO - UNA SENTENZA SU PIETRA


Centuria 8.66  (1975)

 

 

Quando l'iscrizione D.M. trovata,

accanto a teatro antico al flash riscoperta

la Legge Reale messa alla prova e per Principe Ulpiano

la bandiera a rogna (lutto) con il duce (caudillo) sotto la coperta (funebre)

 

D.M. = DOMUS MOROZZO (LAPIDE)

Boscolo e un fotografo immortalano la lapide (ottobre 1975)

attentati alla magistratura romana

morte generale franco, 19 novembre 1975

Da pagina 102-103-104-105 di NOSTRADAMUS MODERNA CHIAVE DI LETTURA (1984)

 

Da quando nella Biblioteca Civica di Torino venne ritrovata una copia dell'Iscrizione D.M., si era verificata tutta una serie di eventi che mi assicura­vano prossima anche la scoperta del cimelio originale, fatto che si realizzò pienamente con il seguito degli eventi preannunciati dalla quartina (8-66).

Un giorno, dietro precise segnalazioni, ricevo l'invito a recarmi in un vecchio palazzo del centro storico della città di Torino. Porto con me una esperta fotografa che diventa, perciò, testimone del singolare evento.

Innanzi ai nostri occhi, la storica lapide che osserviamo con grande ve­nerazione; le prime foto, il flash che scatta per immortalare l'Iscrizione. Il palazzo accanto è un noto teatro, nella profezia vi è il termine cava: caveo in latino sta appunto per teatro (caveau in francese)!

Nello stesso tempo, constatiamo come la storia ci coinvolga. Avvengo­no attentati contro la Magistratura Romana (Ulpius altro nome latino di un celebre magistrato ed è il nome della Via in cui Sorge a Roma il Palazzo di Giustizia). Quindi il Principe della Magistratura inquisito. (Spagnoli)

II Terrorismo allarga le implicazioni internazionali che coinvolgono la magistratura, anche la Spagna dopo l'ltalia è toccata dall'eversione terrori­stica. C'è il Referendum per la Legge Reale (Ordine Pubblico).

Un lutto è alle porte, la Bandiera a mezz'asta, in lutto per la scomparsa del Duce (in spagnolo Caudillo), ossia il Generalissimo Franco sotto il drap­po funebre (Ottobre 1975).

Sono ormai passati gli anni dalla scoperta, ma è utile rinverdire anche una testimonianza che ha coinvolto più persone nella città di Torino.

Riporto fedelmente un articolo a firma di un noto professore dell'Univer­sitá di Gerusalemme al corrente della vicenda, apparso sul Giornale Nuovo.

 

Quel Nostradamus e quasi di famiglia

Secondo le profezie di Nostradamus, o piuttosto secondo l'interpretazione che dà loro Renucio Boscolo, veneto di nascita e piemontese di adozione, il Papa lascerà questo mondo contemporaneamente ai massimi esponenti della Russia sovietica, un terremoto o maremoto sconvolgerà l'economia del Giappone al punto da ridurne le capacità di concorrenza con il resto del mondo industriale e Shimon Peres, il leader socialista nelle recenti elezioni, finirá per diventare primo ministro al posto di Begin.
Renucio Boscolo respinge con sdegno l'idea di essere un mago, un veggente o
parapsicologo. Le sue conclusioni sugli avvenimenti futuri le trae da una esegesi dall'insieme delle opere di Nostradamus, dallo studio comparato di quesli complica­ti, oscurissimi libri come opere esoteriche cinesi, egiziane, ebraiche, eccetera. Di conseguenza, come tutti gli interpreti di opere o di pensiero altrui, puo sbagliare. Ma sono sbagli, dice, che gli permettono di affinare le sue teorie, di correggere le sue imperfezioni. Cosi é dimostrato dalle sue ultime previsioni - pardon: interpretazioni delle previsioni di Nostradamus - che gli hanno permesso di stabilire in anticipo per­sino la data del grande terremoto nell'Irpinia, il successo di Mitterrand contro Gi­scard, l'attentato a Reagan e al Papa..

Sapere se Renucio Boscolo sia o no capace di prevedere i grandi avvenimenti del futuro e in definitiva meno importante che sapere come Michele di Notre Dame, me­glio conosciuto sotto il nome di Nostradamus, possedesse veramente qualità tali da interpretare l'avvenire attraverso i secoli.

La sua fama é rimasta comunque duratura, anche se i suoi libri, di cui il più co­nosciuto è quello che contiene le famose «centurie», risultano sibillini ai posteri co­me lo furono ai suoi contemporanei.

Boscolo comunque é convinto che esista un legame spirituale fra lui e il grande veggente francese. Ha ritrovato sotto varie forme il proprio nome menzionato nei suoi libri ed ha dedicato la sua intera esistenza a penetrare il  pensiero di Nostrada­mus.

Nella monastica cameretta del piccolo appartamento all'ultimo piano di una casa alla periferia della vecchia Torino, dove vive assieme alla madre, Boscolo mi spiega che non c'e nulla di misterioso nei testi di Nostradamus, nonostante le allu­sioni che ne coprono il significato con il linguaggio ermetico formato da vocaboli ebraici, greci, celtici, latini, spagnoli eccetera.

C'è un sistema quasi matematico, una specie di impalcatura logica, che sostiene gli scritti di Nostradamus, un codice ripetitivo da capire nel suo funzionamento e nella sua struttura, per poter interpretare i messaggi criptici del veggente e soprattut­to per afferrare la sequenza cronologica a cui si riferisce.

A questa ricerca Boscolo ha dedicato vent'anni di studio e non é ancora arriva­to alla fine, anche se la sua notorietà gli ha già assicurato non pochi successi edito­riali e televisivi ma, al tempo stesso, non pochi grattacapi da parte di chi vorrebbe poter sfruttare a scopi più pratici i suoi successi.

Non sono poche le telefonate anonime che riceve ogni volta che pubblica una delle sue interpretazioni e gli e già successo di essere assalito per strada da sconosciuti che gli ingiungevano perentoriamente di metter fine alle sue attività. Cosa che Bo­scolo mi promette di non fare mai, anche perché io sono, per caso singolare, diven­tato una delle ragioni della sua fiducia nella bontà del suo sistema interpretativo.

La storia é curiosa e vale la pena di essere raccontata.

Nelle Centurie viene spesso ricordata una località piemontese, la Domus Mo­rozzo, che era una specie di fortificazione di campagna, in cui Nostradamus abitò nel 1556, quando passò per Torino. In ricordo dell'avvenimento, venne fissata sul portone della casa Morozzo una lapide in pietra levigata e scolpita. Vi si leggeva in vecchio francese: 1556 Nostradamus ha abitato qui. Vi è qui il Paradiso, l'Inferno e il  Purgatorio. Chi mi onora avrà la Gloria. Chi mi disprezza la rovina intera.

Questa iscrizione - dice Boscolo – non è solo una lapide commemorativa, ma un aiuto importante per la comprensione del messaggio di Nostradamus. Come e per­ché non me lo ha spiegato, ma mi sembra di capire che le parole - che, ripeto, sono scritte in vecchio francese, con eliminazioni di vocali e di consonanti - hanno anche un valore numerico che si può poi ritradurre in varie formule scritte Insomma, sarebbe un po' come la chiave di un codice complicato. Ma c'e di più. Sempre secondo Nostradamus, la pietra avrebbe indicato la cronologia di certi avvenimenti contemporanei all'epoca del suo ritrovamento (legge Reale, Morte di Franco).

Tutto questo Boscolo lo ha scritto in un suo libro nel quale aveva anche ripro­dotto la fotografia della Lapide in questione, conservata negli archivi di Torino. Era certo che prima o poi quella famosa lapide, che ufficialmente era stata data per per­duta, sarebbe riapparsa, confermando cosi delle previsioni di Nostradamus, la sua interpretazione dei testi e la cronologia degli avvenimenti contemporanei.

La lapide, infatti, esisteva e si trovava da tempo nell'appartamento di una mia zia. Mio nonno, al principio del secolo, aveva comperato la Domus Morozzo nota anche con il nome «La Vittoria», alla periferia di Torino, con le terre che la circon­davano. Vendute queste, a poco a poco, non restò che il vecchio edificio, che il Mu­nicipio di Torino fece demolire per far passare una Strada (Via  M. Lessona).

La Domus Morozzo venne così rasa al suolo e la lapide consegnata ad una mia zia che la fece mettere nella cantina della sua casa torinese.

Subito dopo, le successero un sacco di cose strane: malattie, guai d'affari, inci­denti d'ogni genere. Una notte - cosi racconto la zia - vide in sogno la lapide. Sve­gliatasi, pensò che fosse meglio «onorarla» togliendola dalla cantina e mettendola nell'Atrio del suo appartamento, bene in vista ai visitatori.

Appena murata, le fortune della sua famiglia cambiarono e tutto rientrò nella normalità. Mi raccomando - diceva mia zia ai famigliari - non fate le smorfie a No­stradamus, quando passate davanti.

Io non gliene feci mai, ma non prestai neppure molta attenzione alla sua leggen­da, anche se credo, con Benedetto Croce, che non bisogna prestar fede al malocchio sebbene esista.

Un giorno del 1975, alla stazione Porta Nuova di Torino, comprato un giorna­le, mi misi a sfogliare un libro esposto e lessi quanto scriveva Boscolo sulla lapide di Nostradamus. Mi venne subito una grande voglia di annunciargli il ritrovamento e fare la sua conoscenza.

Ma trovare Boscolo era forse altrettanto difficile che trovare la Lapide.

Gli lasciai messaggi presso il suo editore, ai numeri di telefono che mi vennero indicati, senza risultati. Poi un bel giorno, quando avevo ormai dimenticato l'intera faccenda, squillò il telefono: "Sono Renucio Boscolo - diceva la voce maschile dall'altra parte del filo - e se lei e la persona che sà dove si trova la lapide di casa Mo­rozzo, per favore non me lo dica. Desidero dirglielo io per primo per vedere se il te­sto di Nostradamus che indica dove la lapide sarà ritrovata è esatto".

Nominò una piazza famosa di Torino. La camera da letto di mia zia, dietro la quale facciata era murata la Lapide, vi si affacciava.

Da allora, ogni volta che vengo in Piemonte, faccio una capatina da Renucio Boscolo.

Salvo che per la barba, che nel frattempo si è fatta crescere e che gli da un po' l'aspetto di monaco confuciano, non é cambiato di molto.

Solo il numero di libri nella sua stanza aumenta paurosamente: ai testi in latino, italiano e greco si sono aggiunti quelli in tedesco, francese ebraico, arabo e da un po' di tempo, anche in cinese. Per mè che abito a Gerusalemme, le profezie sul mon­do arabo e sull'avvenire d'Israele sono particolarmente interessanti. Ma non sono profezie allegre. Tutt'altro: parlano di guerre, di terremoti e di avvenimenti porten­tosi. Un'Apocalisse, insomma: come se quella in corso e che devo seguire per il mio giornale quotidianamente non lo fosse abbastanza. Ma ormai, per via di quella Lapide, con Nostradamus mi sento quasi di famiglia. Solo mi auguro, con tutto il ri­spetto dovuto a lui e al suo interprete, che qualche volta entrambi si siano sbagliati. Per questo ho tirato un sospiro di sollievo quando Peres ha perduto le elezioni. Ma non è stato un sospiro molto profondo, perché c'è mancato poco che le vincesse e c'e ancora il rischio che un giorno diventi primo ministro. Quel giorno sarà meglio che tutti si rileggano le Centurie di Nostradamus.

R.A. Segre
(corrispondente del "Giornale Nuovo"
a Gerusalemme)»

 

Altra testimonianza giornalistica apparsa ne «Gli Anni Futuri», 1976

«Anche il  più  prevenuto dei Lettori, credo che a questo punto sia riuscito a in­travvedere in Boscolo un qualcosa di inafferrabile che và oltre le semplici coinciden­ze, veramente troppe coincidenze.

C’è qualcosa in Lui di assolutamente irrazionale ed intraducibile. Per quanto si possa dialogare, discutere, passare ore ed ore saltando da un argomento all'altro per sondare la portata delle sue conoscenze, e magari per tendergli una trappola, non smette mai di sorprendere.

Eppure, nonostante sia aperto e comunicativo, conserva una parte di se che e come una roccaforte inespugnabile. A volte mi vien fatto di paragonarlo ad una ca­scata, che per quanta acqua riversi ne ha sempre dell'altra pronta, inesauribile, ma le cui sorgenti siano celate nel cuore della montagna.

Boscolo attinge a fonti remote, a tradizioni comuni, a civiltà diverse, la sua fi­losofia non disdegna i Sacri Veda indiani né il Bardo Thodol tibetano, include il po­polo Vuh Maja e la questio Graal templare.

Non c'e religione di qualunque epoca che non abbia per lo meno esaminato, né tradizione etnica e popolare che abbia trascurato di conoscere.

Ha accumulato una conoscenza nel campo esoterico che lascia decisamente per­plessi. Qualche volta penso riceva qualche "imbeccata dal di fuori".

Se credessi veramente nella metempsicosi e nelle teorie reincarnazionistiche, sa­rebbe facile supporre che forse Nostradamus è tornato fra noi sotto mentite spoglie.

La sola ipotesi fa accapponare la pelle eppure, eppure... la sua grafia sembra tratta di peso dai manoscritti polverosi del medioevo, se lo si lascia parlare scherzo­samente a ruota libera, improvvisa versi armoniosi senza interruzione per interi quarti d'ora, come un trovatore o un menestrello. Gia da bambino usava una termi­nologia di tipo romantico, proveniente da un'altra epoca (esempio maniero anziché castello, infante piuttosto che bambino e cosi via) con viva preoccupazione dei suoi insegnanti. In lui l'intuizione si fa strada con una rapidità folgorante.

Crea, a velocità incredibile, accostamenti tra una parola e l'altra, estraendo, come in una operazione matematica, radici fonetiche provenienti dal greco, dal Lati­no o dall'arabo, fino a quando s'arresta perché ha trovato ciò che cercava, il signifi­cato occulto che il termine usato da Nostradamus nasconde. Un sistema che a molti appare insolito, ma che ha qualche illustre precedente...

 

 

                              I FATTI DEL 1975  (INFO DA WIKIPEDIA)

 

6 maggio 1975 - Roma, viene rapito da una formazione dei NAP, il

magistrato Giuseppe Di Gennaro

 

22 maggio 1975 - Italia: approvata la legge 152/75, con la quale

vengono assegnati maggiori poteri alle forze di polizia in ottica

antiterroristica. È la cosiddetta legge Reale, dal nome del suo

promotore

 

Emblematica è in questo senso la legge Reale (n. 152 del 22/5/1975), che autorizzava la polizia a sparare nei casi in cui ne ravvisasse necessità operativa.

La legge in questione suscitò molte polemiche e fu sottoposta a

referendum, attuato l'11 giugno 1978, da cui risultò il favore

dell'opinione pubblica per questa legge: il 76,5% votò per il

mantenimento e il 23,5% per l'abrogazione.

 

13 ottobre 1975 - Italia: approvata la nuova legge sull'ordine pubblico proposta dal ministro Oronzo Reale: è abolita la legge Valpreda, è introdotto il fermo giudiziario, vengono concesse maggiori possibilità di usare le armi alle forze dell’ordine.

 

Ottobre 1975 - Boscolo e un fotografo immortalano la lapide

 

20 novembre 1975  morte generale franco

 

Francisco Paulino Hermenegildo Teódulo Franco y Bahamonde Salgado

Pardo de Andrade abbreviato in Francisco Franco Bahamonde,

conosciuto anche come il Generalísimo Francisco Franco o il

Caudillo (Ferrol, 4 dicembre 1892 – Madrid, 20 novembre 1975) è

stato un generale e politico spagnolo. Fu l'instauratore, in

Spagna, di un regime dittatoriale a carattere autoritario noto come

franchismo. Rimase al potere dalla vittoria nella guerra civile

spagnola del 1939 fino alla sua morte nel 1975.

 

 

 

                          LA DECIFRAZIONE DELLA LAPIDE

 

Da gli anni futuri secondo le profezie di nostradamus pg. 16-17-18

 

Una ben strana lapide ricordo! Sembra che sia stato lo stesso Nostradamus a chiedere che venisse collocata in sito, qualcuno dice che sia stata riprodotta da un suo preciso disegno.

Vediamo innanzi tutto di chiarire il significato esplicito del testo; quello esposto alla comprensione di tutti.

La Domus Morozzo, sorgeva in fondo all'attuale via Michele Lessona in Torino. Declinata rapidamente da « domus patri­zia » a cascina, è esistita fino a qualche anno fa. Ridotta a poco più di un rudere, ospitava nelle ultime stanze dell'ala sud, un laboratorio di falegnameria. Un violento incendio divampato di notte ha avuto ragione delle poche strutture sopravvissute ed ora non resta che un muro.

Sull'angolo, quella che fu una stanza ora sventrata, con­serva ancora il vago ricordo di un affresco. I terreni circostanti alla tenuta, erano denominati Paradiso Inferno e Purgatorio. Ora sono coperti da villette, un campo da tennis e strati mul­tipli di asfalto. La frase: « Io mi chiamo La Vittoria » trova spiegazione nel fatto che all'epoca, la casa appartenesse ad una nobildonna di casa Savoia che recava appunto questo nome.

Il testo della lapide quindi, trova una sua collocazione sto­rica soddisfacente.

Però, trascorsi i secoli, trascorse le lunghe notti di ricerca, il messaggio nascosto resta intatto. Boscolo sentiva che c'era dell'altro e molto più profondo celato fra le righe. « E’ impos­sibile raccontare la portata della mia fatica » dichiara. « Tante volte sono stato tentato di abbandonare tutto, imprecando sul­l'impossibilità di decifrare quel testo. Quell'enigma mi occupava tutta la mente turbandomi il riposo. L'avevo studiata mille volte senza trovare un nesso logico, poi stringevo i pugni e con­tinuavo. Se ero il prescelto, nessun altro avrebbe potuto tro­vare una soluzione all'infuori di me ».

Indubbiamente un tipo costante! La costanza è la virtù dei forti. Decide di applicare all'iscrizione medioevale, il sistema matematico in uso nei calcolatori elettronici. Con la collabora­zione di un amico programmatore, riporta il testo esattamente com'è su carta diagrammata. Si ottengono così delle cadenze fisse tra le spaziature rispettate e quelle volutamente omesse, compresi gli apostrofi. La combinazione numerica comincia ad assumere un significato ben preciso. La chiave, la famosa chiave esoterica che gli permetterà di riordinare le quartine ammassate alla rinfusa è quanto mai prossima. All'esame di esperti mate­matici, la lapide appare travolgente sia per i sensi contenuti che per il rispetto di una composizione aritmetica che tra spazi e vuoti forma un quadrato perfetto di 144 caselle disposti su dodici file orizzontali.

Uno sguardo alle interpretazioni cabalistiche dei testi biblici apre la via a remote, possibili connessioni: dodici file come le dodici tribù d'Israele, centoquarantaquattro, come le migliaia di salvati appartenenti alle tribù.

E siccome è valida la tesi secondo cui ciò che è stato si ripeterà, in queste cifre è chiuso non solo tutto il passato, ma anche tutto il futuro del mondo. Una volta in possesso della cifratura segreta e della disposizione del testo, si può dare inizio alla lettura del messaggio recondito.

Deve aver subito uno choc notevole quando è riuscito a ricomporre il messaggio ermetico scritto appositamente per lui quattro secoli prima! Un brano dice: « Il c'est l'elu Ranole » Egli è l'eletto Ranolo, il termine medioevale di Renucio.

Tanto più sconvolgente è il resto, che tradotto pezzo per pezzo viene così ricomposto:

 

Si realizza la mia gloria, il mio splendore

e viene la gloria della mia lucentezza

per mezzo di Minerva (la sapienza)

e a mezzo dell'Italia verrà la Conoscenza

mi riporterà la fama e la chiarificazione.

 

Boscolo assicura che il testo originale (che tiene gelosa­mente segreto altrimenti con un calcolo inverso si giungerebbe alla chiave) ubbidisce nella sua disposizione al più raro esem­pio di ermetismo medioevale, con l'impiego di termini latini, francesi ed ebraici.

Se rifacciamo i conti, la precisione con cui tutto ciò si è verificato è impressionante. Sono trascorsi esattamente venti cicli lunari e sette anni, proprio come la quartina profetizzava! 380 + 7 + 1582 = 1969. L'anno della « chiave ».

Era finalmente giunto « colui che mina la mia profezia » come il Maestro aveva scritto. A breve scadenza iniziano a veri­ficarsi squilibri nell'area legislativa ed economica in Italia. La crisi della magistratura e delle istituzioni. Si parla di « legge Reale » per la tutela dell'ordine pubblico e di trame eversive prevalentemente nere (Duce sotto coperta). Credo che a questo punto, anche il più prevenuto dei lettori, sia riuscito ad intrave­dere in Boscolo un qualcosa di inafferrabile che va oltre le semplici coincidenze, veramente troppe coincidenze!

Credo di conoscerlo come pochi altri, eppure mi rendo conto che c'è qualcosa in lui di assolutamente irrazionale ed intraducibile. Per quanto si possa dialogare, discutere, passare ore ed ore saltando da un argomento all'altro per sondare la portata delle sue conoscenze, e magari tendergli una trappola, non smette mai di sorprendere. Eppure nonostante sia aperto e comunicativo, conserva una parte di sé che è come una roccaforte inespugnabile. A volte mi vien fatto di paragonarlo ad una cascata, che per quanta acqua riversi ne ha sempre dell'altra pronta, inesauribile, ma le cui sorgenti siano celate nel cuore della montagna. Boscolo attinge a fonti remote, a tradizioni comuni, a civiltà diverse. La sua filosofia non disde­gna i Sacri Veda indiani né il Bardo Thodol tibetano, include il popolo Vuh maja e la questio du Gral templare.

Non c'è religione di qualunque epoca che non abbia per lo meno esaminato, né tradizione etnica e popolare che abbia trascurato di conoscere. Ha accumulato una conoscenza nel campo esoterico che lascia decisamente perplessi. Qualche volta penso riceva qualche « imbeccata dal difuori ».

 

RASSEGNA MENSILE CITTA' DI TORINO - ANNO 1934

LA STORIA DELLA LAPIDE D.M.

LA RIVISTA è SCARICABILE IN SEZIONE DOWNLOAD

 

LA VILLA “LA VITTORIA” CASCINA MOROZZO e NOSTRADAMUS

 

La cascina Morozzo è una delle poche di origine medievale meritevole di una particolare attenzione in virtù delle singolari vicende che l’hanno coinvolta nel corso del suo ciclo storico.

Sul Morozzo è bene risalire alle sue origini, vale a dire ad una precedente dimora gentilizia, ritenuta da alcuni di proprietà di una principessa Sabauda, non meglio identificata, chiamata Vittoria.

Ecco il perché della Villa Vittoria. Nel l500, questa così composita zona era assai prediletta come residenza da gente ricca, nobile, nonché da dignitari dimoranti in città, affascinati dalla stupenda posizione geografica, dalle condizioni ambientali ideali e dalla vaghezza del luogo. Si narra che la zona fosse ricoperta di alberi d’alto fusto e di un fitto bosco ceduo popolato da una copiosa cacciagione e da numerose dimore contornate da giardini bellissimi. La strada antica di Collegno si dipartiva dall’attuale via Cibrario all’altezza di via Clemente per poi volgere verso nord sino a lambire la Villa Vittoria.

Sino agli anni trenta, sulla strada della Pellerina, un’erma in pietra come quelle che indicano le strade collinari segnava la scritta: “Villa la Vittoria detta il Morozzo”. Un ingresso secondario ed un ponticello consentiva l’attraversamento del canale, un cancello in ferro ed una rampa adatta per carri agricoli conduceva al Morozzo. A destare interesse e fascino sul Morozzo, contribuì un evento singolare legato a un personaggio molto discusso per la sua collocazione nella società in virtù di veggente – astrologo e profeta di fama europea: MICHAEL de NOSTRADAMUS. E’ documentato che nell’anno 1556, ospite del

Morozzo, fu il rinomato astrologo Nostradamus, passato alla storia come scienziato e mago profetizzante, autore delle rinomate centurie, quartine e presagi dalla astrusa interpretazione. Il Nostradamus lasciò un tangibile segno: la sua presenza con una testimonianza incontestabile, soprattutto per la figura che impersonificava. Quale attestato più evidente e duraturo poteva egli tramandarci se non attraverso una lapide recante incisa una scritta dal contenuto tipicamente sentenziale? Fino agli anni ‘40 la lapide rimase murata

all’interno di quel che restava dell’edificio, per poi scomparire inspiegabilmente. Pare sia stata collocata in un altro edificio del centro cittadino con la scritta:

 

NOTRE DAMUS ALOGE ICI

ON IL HA LE PARADIS LENFER

LE PURGATOIRE JE MA PELLE

LA VICTOIRE QUI MHONORE

(AURALA) ….AVRALA GLOIRE QUI ME

(OURA) …. MEPRISE OVRA LA

RUINE HNTIERE

 

che tradotta significa:

 

Nostradamus alloggia qui

dov’è il Paradiso, l’Inferno

il Purgatorio, io mi chiamo

la Vittoria chi mi onora

avrà la gloria chi mi

disprezza avrà la

completa rovina.

 

La sentenza venne fatta proprio dagli abitanti della zona che per molto tempo venne chiamata con quella definizione. Morozzo, dopo la parentesi del Nostradamus nella seconda metà del 700 viene di proprietà della famiglia Martin, oriunda di Tigne in Tarantasia, antica denominazione dell’alto bacino dell’Isere, ai confini della Valle d’Aosta sotto la dominazione Sabauda. Famiglia arricchitasi come banchieri, investiti in seguito da titoli comitali, pratica d’uso frequente sotto i Savoia. Nel 1790 il Barone Giuseppe Francesco Martin risulta ancora proprietario delle cascine Morozzo ed Anselmetti in zona Martinetto. All’inizio dell’800 il gioielliere di Corte Filippo Colla acquista il Morozzo ed il Cascinotto sulla strada della Pellerina e riunisce sotto il suo nome le due proprietà onde disporre di maggior superficie terriera per dare corso a nuove iniziative. Il Colla abbandona in parte le colture tradizionali per dedicarsi all’allevamento dei bachi da seta. Impianta una bigattiera, (dal dialetto piemontese) ed in poco tempo l’iniziativa si trasforma in un vanto della campagna torinese, oggetto d’interesse di molti forestieri. Colla ebbe il merito di organizzare con notevole intelligenza l’allevamento dei bachi da seta, sfruttando il momento propizio offertogli dal mercato della seta, avvalendosi della presenza sul territorio di migliaia e migliaia di gelsi le cui foglie costituivano l’alimento indispensabile per il lepidottero originario della Cina. Allo stato attuale di questa cascina non resta traccia alcuna, poiché l’ultimo breve tratto di muro ancora in piedi è stato abbattuto nel 1982 per consentire la sistemazione della scarpata che dalla via Sismonda scende verso il Corso Appio Claudio. Un muro divisorio ricorda tuttavia che il Morozzo confinava con le terre del Gibellino, mentre sono scomparsi da tempo sul Corso Appio Claudio il cancello, il ponticello e tutte le tracce che potrebbero avere dei riferimenti con la cascina. Nei paraggi del Morozzo esiste, ben conservata, la Villa del Gibellino, abitata da una nobile famiglia piemontese, Villa con Cappella che, nell’800, fu di proprietà del banchiere Tron. Il Calcaterra e l’Anselmetti son stati inghiottiti nei primi decenni del secolo dall’incalzare dello sviluppo urbanistico della città.

L’ultimo ad essere demolito e stato il Morozzo; l’Avvocato A. Momigliano ne fu proprietario sino al 1934. La storia attuale non si racconta perché compito delle generazioni a venire, sempre se lasceremo loro qualcosa di rimarchevole dal punto di vista culturale ed umano.

VIETATA QUALSIASI RIPRODUZIONE DEGLI ARTICOLI SENZA CITARE LA FONTE

Per chi volesse è disponibile il gruppo su Facebook (clikka sul logo/immagine)

 

Se ci fossero problemi di collegamento segnalatelo in libro ospiti

Visitatore dal 1 gennaio 2009

Clikka sull'immagine per leggere gli articoli

DISPONIBILE IL NUOVO ALMANACCO SU EDICOLAWEB
DISPONIBILE IL NUOVO ALMANACCO SU EDICOLAWEB
DOPO L'EPILOGO DI GHEDDAFI
DOPO L'EPILOGO DI GHEDDAFI
COSA GUARDA LA SFINGE ?
COSA GUARDA LA SFINGE ?
IL FRONTESPIZIO DEL TRIOMPHO
IL FRONTESPIZIO DEL TRIOMPHO
ZONA ENIGMA
ZONA ENIGMA
QUANDO SI DICE IL CASO...
QUANDO SI DICE IL CASO...
LA VISIONE DIVINA
LA VISIONE DIVINA
WELLFARE GLOBALE E CRISI PLANETARE
WELLFARE GLOBALE E CRISI PLANETARE
PROVE ECLATANTI
PROVE ECLATANTI
ALL'ORIZZONTE DELLA LEGA-LIGA, IL DOPO BOSSI
ALL'ORIZZONTE DELLA LEGA-LIGA, IL DOPO BOSSI
L’ANNO DEI CONI E CONIGLI CIGLI VULCANICI E DELLA PAURA
L’ANNO DEI CONI E CONIGLI CIGLI VULCANICI E DELLA PAURA
IL VERO SOMMO PASTORE
IL VERO SOMMO PASTORE
L'ANTICRISTO
L'ANTICRISTO
L'ANNIBALICA FURIA
L'ANNIBALICA FURIA
IL COMPUTER PORTATILE
IL COMPUTER PORTATILE
CHI DESMONTA DAL COLLE ?
CHI DESMONTA DAL COLLE ?
LO TSUNAMI ATLANTICO
LO TSUNAMI ATLANTICO
IL DRAGONE BELLICO DELL'APOCALISSE
IL DRAGONE BELLICO DELL'APOCALISSE
MAL(EDICT)UM PUNICUM !
MAL(EDICT)UM PUNICUM !
LIBIA/EGITTO/TUNISIA/ALGERIA... - VISO A VISO CON L'ORIENTE
LIBIA/EGITTO/TUNISIA/ALGERIA... - VISO A VISO CON L'ORIENTE
IL TERREMOTO A MORTARA
IL TERREMOTO A MORTARA
SCENARIO SISMICO 2010/2011 ?
SCENARIO SISMICO 2010/2011 ?
EGITTO - SCENARI 1981-2011
EGITTO - SCENARI 1981-2011
ALMANACCO 2011
ALMANACCO 2011
IL SIRE DE QUARTA
IL SIRE DE QUARTA
NELL'ANNO DEL CONIGLIO
NELL'ANNO DEL CONIGLIO
LA MAPPA DEI SEI SOLI
LA MAPPA DEI SEI SOLI
CROP DI POIRINO
CROP DI POIRINO
LA MORTE DEL GRANDE PONTEFICE POLACCO
LA MORTE DEL GRANDE PONTEFICE POLACCO
IL TEMPO CHE RESTA PER SILVIO E FINI ?
IL TEMPO CHE RESTA PER SILVIO E FINI ?
IL PROVVEDITORE
IL PROVVEDITORE
SINDONE - IL VOLTO NASCOSTO
SINDONE - IL VOLTO NASCOSTO
LE IDI DI MARZO
LE IDI DI MARZO
SINDONE - L'INCENDIO
SINDONE - L'INCENDIO

Breve cronologia del Triompho

LE LETTERE DI FATIMA
LE LETTERE DI FATIMA
UN ALTRO SOLE E UN'ALTRA TERRA
UN ALTRO SOLE E UN'ALTRA TERRA
LA NUOVA LEPANTO
LA NUOVA LEPANTO
UNA LETTERA DI SIGISMONDO
UNA LETTERA DI SIGISMONDO
L'EBREO ILLUMINATO
L'EBREO ILLUMINATO
CHI È SIGISMONDO FANTI ?
CHI È SIGISMONDO FANTI ?
LA FINE DEL MONDO NEL 2012 ?  UNA BOUTADE !
LA FINE DEL MONDO NEL 2012 ? UNA BOUTADE !
IL GIORNO DELLA SUPERNOVA
IL GIORNO DELLA SUPERNOVA
LA GRANDE TRIBOLAZIONE
LA GRANDE TRIBOLAZIONE
ARTICOLO SU LEPANTO
ARTICOLO SU LEPANTO
NOSTRADAMUS E IL MITO DELLA FENICE
NOSTRADAMUS E IL MITO DELLA FENICE
IL FANTAMONDO DI SIGISMONDO FANTI
IL FANTAMONDO DI SIGISMONDO FANTI
LAMA INCAICO PACHAKUTI
LAMA INCAICO PACHAKUTI