LE PROFEZIE SU BOSCOLO

Qui tratteremo le profezie che riguardano boscolo

 

Nostradamus in pratica indica, il luogo e il giorno di nascita dell'interprete, l'anno (1969) in cui verrà trovata la chiave di decifrazione delle sue profezie, l'anno in cui verrà alla luce la lapide domus morozzo, inoltre lega il passaggio di boscolo a vergano e nel vergante con la morte di paolo VI, avvisa boscolo che avrebbe trovato molti detrattori...., ed infine indica che dopo 500 anni sarebbe venuto alla luce un libro (triompho di fortuna), a tutto questo andrebbe anche aggiunto il testo della lettera al cardinale alessandro farnese, ma per il momento il testo non è di dominio pubblico.

1945 - nascita di boscolo (tratto da, un passo indietro nei ricordi)

 

Nato sotto l'ombra (della foresta )del fumo
e giornata (
journeé nocturne) notturna
Fera (
Ferrara) farà rena rinascere (aistre) Astro

il suo sangue dall'Antica Urna

Sarà in regno (regne*) e bontà sovrana (Souveraine).

Reno rinnovellando del Bronzo (Airain- Ariani ) il Secolo d'Oro.

 

 

Orbene tutto parte da Chi è Nato (leggi in greco) nato sotto, posto allora all'Ombra, che indica anche il sito di nascita posto SUB - Sotto (under) (Ve) Nay SOUS les Ombres ...sia Nato all'Ombra di Venezia (Venays, Venice )

Esattamente Sotto Sottomarina all'estremo sud della Laguna Veneta, o ancor Poi pure leggere Sotto "LES "  (in slavo Bosco - Foresta) come pure les' Ombre" sotto le lese ombre della Notte  poiché Ombres = Uomini in spagnolo.

Qui bene indica cosa nasce all'Ombra del Bosco ed all'ombra degli Uomini lesi o feriti , sotto le ombre fosche del fumo o incendio (bellico) quali segnalazioni della gente agli Aerei degli alleati perché non bombardassero sotto, giù nella Journeé Notturne notturna o Urnale.

La Giornata Urnale dell'Enoch profetico turno marcato dalle Urne per le vendette, le uccisioni , le Esecuzioni sommarie fonte di lutti ed bare, urne.

Per tutto quanto - avverrà accadrà: " Fera (in italiano dantesco) Fiera feroce così incluso la Fiera, la belva come il Leone di San Marco! L'emblema illustrissimo di tale "Journeé - Ourneé " Ornata giornata perché ricorrenza storica  del Leone di San Marco di Venezia: il 25 aprile del 1945.

Il mistero più enigmatico era il dopo e cioè quanto avverrà e farà la Fede da Ferare, Ferrara o il ferrare della Fe(fede)rara come la Fera di Fiera Leonina che "farà " da/di Ferrara e dalla Rena, Riva (sotto la laguna veneta) Renè Rinascere l'astro del suo sangue da una antica Urna. Il dopo è ancora nelle pieghe del Tempo e dell'Eone Avvenire.

Il Mistero parte dalla città di Fe Ferrara e non solo tale città perché nella mia lunga ricerca di omofonie Fera e non giammai Fear = Paura (in inglese) ma Fiera (in italiano Mostra, Esposizione, Mercato ) è tradotto Torino in giapponese !

Quindi dalla fera o Fiera del Leone a quella della Fiera di Torino sino alla città di Ferrara parte quindi la Rinascita che ha così richiamato nella mia mente , a ragione di tante letture pure il motto latino Ex antiquitate Renascor (riferito alla V/Fenice) che è ho letto stupefatto un giorno durante una visita nella sala della Hotel du Ville (municipio) di Salon in cui spiccano i ritratti degli Uomini celebri, quanto scritto da secoli sta sotto l'ovale della tela in cui è ritratto Michel Nostradamus Cosa deve quindi rinascere dalla Stella quanto del suo Sangue (DM in ebraico e arabo) stirpe, razza discendenza di chi sia alla Ricerca dell'Antica Urna, Vaso, Fiala, Coppa (Urna in sanscrito è Lana, il Vello).

E quindi dire Antica Urna o AltheUrne o Antica Lana & Altalanosan in magiaro vuol dire Universale, che ha in latino quale segno di Urnale Portatore dell'Acqua, il segno dell’Acquario (Vaso, Urna, Coppa) che è appunto il Simbolo dell'universalità quanto della Fratellanza (Filadelfia) dell'Era Acquariana oggi grandemente in voga..

centuria 5.53

 

La legge (ordine) del solo (unico) e veneto (venuto) contendente Appropriando lo spirito di profezia: Neanche uno o altro saranno intesi, Per il solo (che) terrà la legge (ordine) del grande Messia.

 

 

Vi è quindi, inevitabilmente, una competizione fra vari studiosi per farsi riconoscere eredi del profeta! Ma alla fine, dopo naturali polemiche umane, risulterà che uno Solo è Colui che tiene in pugno la Legge, l'Ordine, la Chiave degli eventi annunciati dal Grande Messia!

da Nostradamus Moderna chiave di lettura pg. 17-18-19-20

 

centuria 1.48   1962 - 1969

 

Vent'anni del regno della luna passati

sept (sette) milans AULTRE terrà la sua monarchia: quando il sole riprenderà i suoi giorni lasciati

allora accompiersi ed egli (l'interprete) mina la mia profezia.

 

IL Tempo dell’interprete

 

A scanso di equivoci, il profeta aveva lasciato i dati di un calcolo, a base astronomica, per individuare la data in cui si sarebbe scoperta la soluzione del suo Messaggio: Allora Accompiersi ed Egli mina la mia Profezia. Tale quartina era stata analizzata da diversi studiosi delle Centurie (Fontbrune, Hutin, Piobb, Pichon ecc...).

 

L'interpretazione di questa quartina aveva sempre sollevato una grande attenzione, ma, per i vari studiosi, i significati furono molto differenti tra loro.

Le interpretazioni erano troppo limitate alla Francia e non spaziavano su eventi che, nella visione profetica, avevano un senso universale (mondiale).

Il senso di questa profezia era racchiuso tra la terra ed il firmamento: so­lo combinando questi dati, si sarebbe giunti ad una sensata soluzione.

 

Venti anni dal Regno della Luna passati

SEPT(Sette) Milans AULTRE terrà la sua Monarchia

Quando il Sole riprenderà i suoi giorni lasciati

Allora accompiersi ed Egli (l'Interprete) mina la mia Profezia.

(1-48)

 

Il Regno della Luna o Dominio Lunare è un computo di tempo che de­scrive la durata della rivoluzione Lunare nello spazio.

Tale movimento, o ciclo Lunare, venne scoperto dal Greco Metone e corrisponde a circa 19 anni del calendario solare.

Venti di questi anni o Cicli Lunari (19 x 20) occupano lo spazio di 380 (19 x 20) anni solari.

La data di partenza del calcolo è stabilita dal terzo rigo, cioè: Quando il Sole riprenderà i suoi giorni lasciati.

II problema diventa astronomico per rilevare in quale data questo feno­meno sia avvenuto.

Tali dettagli li ebbi, senza difficoltà, da un centro d'astronomia che mi indicò come il Sole riprese i suoi giorni persi.

Il vecchio Calendario Giuliano (che aveva tutti gli anni di 365 giorni) non corrispondeva più con le stagioni e gli equinozi. Il papa Gregorio XIII decretò allora una Riforma del calendario, proprio per far cadere stagioni (primavera) e festività nel modo più astronomico e naturale.

Dal 5 Ottobre del 1582 si passò di colpo al 16 d'Ottobre, periodo in cui, appunto, il Sole recuperò i suoi giorni perduti. Era quindi questa la data che bisognava tenere in considerazione per potere calcolare chiaramente la pro­fezia. Al 1582 aggiunsi quindi i 380 anni del Regno della Luna passati Sette, ottenendo prima 1582 + 380 = 1962 + 7 = 1969, anno in cui l'ingegno umano giungeva sulla Luna!

In concomitanza di questi anni 1962/1969, acquistava senso il secondo verso della quartina: SETTIMO (di) MilanSaultre terrà la sua Monarchia.

Niente di più facile alla mente di un italiano puntare l'attenzione verso «Chi» di Milano avrebbe tenuto, preso la Monarchia. Era un evento stretta­mente connesso con la storia della Chiesa ed il Papato.

In altro presagio avevo già scoperto riferimenti al Papa Giovanni XXIII che non avrebbe regnato oltre i Cinque anni.

L'Araldo (in greco Anghelos) della Pace Ventitreesimo (23°) in returns (in urna ritorno, turno d'elezioni) L'Aperto Cinque chiude e serra (termina) (Presagio 7).

Il riferimento calzava con l'importante messaggio (araldo) di Pace (En­ciclica: Pacem in Terris) scritto e diffuso dal Papa Giovanni XXIII, al seco­lo Angelo Roncalli.

Vi era anche un'allusione al motto di San Marco (Venezia) da cui prove­niva l'ex Patriarca di Venezia: Pax Tibi Evangelista Mei...

Ma si approssimava il tempo della Fine, dell'Urna e della Tomba come del turno di nuove elezioni per nuovi Conclavi.

Infatti, dopo l'apertura conciliare, si approssimava, al quinto anno di pontificato di Giovanni XXIII, la stretta della fine nel giugno 1963.

Tutto portava alla previsione del nuovo successore che più voci popolari indicavano nell'arcivescovo di Milano, divenuto appunto, il Settimo Ponte­fice di questo XX Secolo, come capo o Monarca della Chiesa Cattolica.

 

Era dunque questo l'esatto tempo in cui i progressi per decifrare la Pro­fezia di Nostradamus si sarebbero compiuti!

Ciò che maggiormente mi stupiva era l'interpretazione totalmente diffe­rente degli altri studiosi che, sebbene collimasse nel tempo, non corrisponde­va nella previsione dei personaggi che io, invece, deducevo senza difficoltà.

Anzi, la rilettura di questa quartina in ogni sua fonetica mi prospettava altri eventi, altri sensi riguardanti sempre il Papato, da raffrontare nel tem­po, quasi per illuminarmi a vedere situazioni parallele della storia.

Rileggevo questa quartina con ripetuta meditazione per scoprire quali altri indizi legati al mio tempo vi fossero ancora nascosti.

Utilizzai tutte le lingue classiche (greco, latino, ebraico), alla ricerca de­gli occulti sensi utili alla decifrazione.

L'Era di Nostradamus mi proponeva una analogia storica che coinvol­geva soprattutto il Papato ed il nome del Papa nell'anno dell'uscita della pri­ma copia delle Centurie, ed il nome del Papa nel tempo in cui la profezia ve­niva minata, decifrata, annunciata, pubblicata (verb. lat. Renuntio).

Il nome di Paolo sul Trono di Pietro richiamava una incredibile analo­gia, una profezia rivolta al futuro che, ampiamente, poi descrissi in altri miei libri.

Nel secondo verso della quartina: Sept-MilanSaultre-terrà sua Monar­chia, coglievo allusioni fonetiche che riflettevano il passato, come il 1555 (anno dell'uscita delle Centurie) in cui vi furono ben tre Papi in Roma, Giu­lio III, Marcello II e infine Paolo IV.

Mi lampeggiò nella mente l'idea che dopo il Settimo di Milano chiamato Paolo o Saulo ben altri tre (sarebbero) stati i successori nella Chiesa e che un altro o Altro Terzo avrebbe effettivamente regnato sulla Chiesa.

Quindi un nuovo anno in cui avremmo avuto tre Papi!

Ma sarebbero occorsi molti anni prima di tracciare anzitempo chiara­mente lo scorrere degli eventi.

Inoltre il termine SEPT Milans tradotto dai più come cifra (7000) mette­va decisamente fuori strada quanti non prendevano in considerazione la fo­netica delle lingue italiana e latina.

Riuscii persino a capovolgere quel valore in 1007 per controllare che co­sa avvenne nella storia della Chiesa, sino a scoprire, con stupore, le vicissitu­dini di brevissimi papati, i cui nomi erano Giovanni. Una informazione che poi sommai e mi fece prevedere esattamente cinque mesi prima la scomparsa di Paolo VI. Questa profezia fu pubblicata sul giornale Svizzero CONFER­MA nel mese di marzo 1978.

I nomi dei futuri pontefici dopo Paolo VI, ormai vicino al suo viaggio o dipartita funebre, dovevano essere Giovanni Paolo Petrus!

Oltre a ripetuti riferimenti ad un papa Straniero, il cui nome doveva in­cominciare con V come Vittoria (in finnico Woittisa!)

 

Proprio calcolando i significati di questa quartina, preparai nel 1977 una edizione accurata per gli Oscar Mondadori, in cui ripetei tali punti di vi­sta, sottolineando i riferimenti alla scomparsa di Paolo VI, poiché si era veri­ficata una analogia ancor più in linea con le mie interpretazioni.

Paolo VI scelse, per sua dimora finale, proprio una tomba accanto ai due papi del 1555, Giulio III e Marcello II, nelle grotte Vaticane!

Nuovamente la figura di Nostradamus aleggiava indiscutibilmente quale richiamo dei tempi passati e, ora ancor più nel presente, incontro ai Papi del­la Luna e del Sole.

In varie interviste rilasciate ai giornali, simile ipotesi, già scritta nei miei libri, veniva ignorata, anzi ero preso per pazzo, quando annunciavo che il prossimo futuro avrebbe visto un anno con tre Papi!

 

Presagio 37 Marzo

Preso al Tempio, per sette lunga briga

Eletto rapito. Contro il Bosco si forma querela

Settanta per nascere Nuova Lega.

Della Loro Morte, Re lusingato alla notizia.

 

da Nostradamus Moderna chiave di lettura pg. 10

 

 

Chi sarà colui capace di amare in tal modo le profezie del Veggente e di interpretarle?

Si scrive che Nostradamus avesse previsto questo personaggio e tutto fi­nisce qui, senza che alcuno approfondisca l'affermazione o l'autenticità dell'Interpretazione, poiché molti oggi fanno ressa ed hanno questa pretesa.

Tanti si cimentano a minare le Centurie, ignorando volutamente di esse­re in contraddizione con il profeta che aveva già previsto anche la Babele di interpreti.

E così succede che chi viene con il proprio nome ed è la Chiave di Volta viene rifiutato, ed il mondo riceve invece coloro che si rivestono del nome del predestinato.

Nemo propheta in Patria, rammenta la saggezza antica che, al colmo del significato semantico delle parole della sentenza proverbiale, celerebbe in la­tino il nome del vero Interprete.

Questo mondo non è ancora affatto libero dai pregiudizi e tarderà quin­di a riconoscere l'INTERPRETE di un simile fardello profetico.

Si affollano troppi problemi per credere che si possa di punto in bianco esprimere un giudizio libero ed onesto. Vi è disaccordo secolare tra differenti ideologie: è una abitudine umana far polemica e contestare persino eventi che sono realmente accaduti, alla piena Luce del Sole.

Dice il Presagio 37, Mars: Contro il Bosco si forma querela, per lunga Briga (nel Pres. 70: per tessere nuova Lega...).

Non basteranno, quindi, per Colui che è il Vero Interprete, le prove: do­vranno passare lunghi decenni perché il modo di pensare cambi e si affacci una nuova generazione libera dall'impasto delle ipocrisie del passato, libera dalle invidie e dalle crudeli oppressioni alla libertà del pensiero individuale.

Chi possiede la vera Chiave avrà compagno ed amico il Tempo per poter dimostrare di prevedere cose e fatti con tanto di nomi, date e luoghi.

L'anacronistico «Impossibile» usato sovente per censurare Nostrada­mus, con il tempo, finirà con il rivelarsi «possibile».

1975  ( vedi anche, storia sulla domus morozzo – lapide D.M.)

Centuria 8.66  (1975)

 

Quando l'iscrizione D.M. trovata,

accanto a teatro antico al flash riscoperta

la Legge Reale messa alla prova e per Principe Ulpiano

la bandiera a rogna (lutto) con il duce (caudillo) sotto la coperta (funebre)

 

D.M. = DOMUS MOROZZO (LAPIDE)

Boscolo e un fotografo immortalano la lapide (ottobre 1975)

attentati alla magistratura romana

morte generale franco, 19 novembre 1975

 

Presagio 98 (1973 - 1978)

 

Dal luogo feu-mis la peste a seguito nascere il tempo variante,

il vento, la morte di tre (rè) grandi dal cielo le grandi folgori stato di serRazes piastra il vecchio (viel) presso alla morte.

Bosco poco entro vergano.

 

Commento

 

Vergante è la zona tra i due laghi, lago maggiore e lago d’orta, quindi da verbania (intra) ad arona, interessante il fatto che indichi il passaggio di boscolo in quel particolare luogo ed anche entro vergano novarese, in concomitanza della morte di paolo VI.

In auto da verbania (intra) a borgomanero ci si impiega a dir tanto 45 minuti, sia che si passi dal lago d'orta o dal lago maggiore, quindi effettivamente si stà poco dentro il vergante.

 

 

Da Nostradamus moderna chiave di lettura pg. 80 82-83-84-85

 

(Pres. 98)

Dal Luogo Feu-mis la peste e seguito nascere

Il Tempo Variante, il vento, la Morte di Tre (Re) Grandi

Dal Cielo le grandi folgori Stato di SerRazes piastra

Il Vecchio (Viel) presso alla morte. Bosco poco entro Vergans.

 

pg.80

Una sorprendente serie di eventi storici, una sequenza dettagliata che dovevo ad ogni costo interpretare, capire perché quell'ultimo verso del pre­sagio si prestava, solo in italiano ed in francese, ad una lettura che sembrava inverosimile...

Tra milioni di persone, in quel momento, una sola poteva dare un senso compiuto alla profezia.

Doveva essere l'Interprete di Nostradamus poiché proprio quel nome, il mio nome Bosco, Boscolo, lo leggevo nelle ultime righe del vaticinio, accan­to ad un altro nome Vergano a me noto, poiché era il mio Direttore, il Diri­gente della Gestetner, presso cui di giorno lavoravo, mentre di sera, nelle ore rimaste libere studiavo, scrivevo, vergavo (Vergans si può tradurre come Vergano o Vergante = azione manuale di scrivere, manoscrivere) i risultati dei miei studi interpretativi.

Trovare nelle quartine il mio nome, unito ad un altro nome proprio di persona conosciuta, mi offriva un dato chiaro, tanto evidente da soddisfare ogni probabilità matematica.

Senza alcun enigma il profeta aveva voluto lasciare una prova tale da soddisfare ogni incontentabile postero.

Alla mia intelligenza venivano quindi indicati, in modo eclatante, degli eventi a breve scadenza, che mi spinsero subito a mettere sulla carta, nel mio primo libro, l'interpretazione dimostrativa.

Dovevo subito renderli pubblici per dare una prova, una testimonianza utile nel futuro.  ................................

 

82-83-84-85

 

Vi era in questa profezia l'annuncio che la morte stava per approssimar­si a qualcuno di più illustre sulla faccia della Terra. Il Vecchio presso la Mor­te poteva essere chiunque, ma uno solo aveva attratto la mia attenzione: il Vecchio Pontefice Paolo VI, poiché nel termine VIel si celava in latino sia il senso di Sesto (VI) come il Vecchio del Signore, dall'ebraico EI (Signore) e Viel = vecchio in francese.

Nostradamus sapeva tutto ciò: le lingue, attraverso la sua penna, intrec­ciano sensi che l'abilità di chi medita può improvvisamente leggere, cosicché una parola, che appariva povera, di colpo, rivela esattamente il destinatario.

Il riferimento personalissimo di: Bosco poco entro Vergano mi coinvol­geva ancor più cronologicamente a tal punto che io solo potevo sapere in an­ticipo l'evento mortale quando un fatto contemporaneo sarebbe occorsomi.

Così infatti avvenne, ma la mia certezza fu tale che scrissi, con mesi di anticipo, quanto fu riportato dal giornale Svizzero del Canton Ticino.

Durante i miei spostamenti verso la Svizzera, per intavolare trattative editoriali, casualmente avevo notato come un tratto del confine sul lago Maggiore si chiamasse Alto Vergante, un richiamo misterioso alla profezia, quindi all'imminenza della morte del Pontefice Paolo VI.

Questa osservazione venne quindi pubblicata nel mese di Marzo del 1978 in INFORMA n. 2 con il titolo Papst in Lebensgefahr? aggiungendo il verso del fatidico presagio: Der Alte nahe dem Tode, Boscolo seit kurzen in Vergans ossia il Venerabile Vecchio incontro alla Morte, quando Boscolo passa attraverso il Vergante!

Impressionante un altro elemento: Dedans in francese è traducibile in latino con intra (entro) ma è nuovamente termine geografico del luogo: Intra Vergante, Intra Verbania!

Passarono alcuni mesi sinché la profezia acquistò tutta la sua Interezza: al ritorno da Ascona (Svizzera) fui obbligato, alla fine del mese di luglio 1978, per il crollo di un ponte, a causa di una alluvione, a deviare dalla strada regolare.

Seguendo le istruzioni dei Carabinieri, dovetti passare in mezzo a paesi collinari, tra cui scoprii, con mio sommo stupore, un paesino dal nome: VERGANO!

Nuovamente il presagio mi riportò all'imminente morte del papa... e così avvenne esattamente una settimana dopo (6 agosto 1978).

Non nascosi il mio stupore all'arrivo a Torino, mettendo chi conoscevo sull'avviso dell'inevitabile ed assoluto evento.

In Corso Siccardi incontrai degli amici, ai quali esternai il senso delle mie riflessioni, che arrivavano sino a vedere un vuoto, un periodo vacante, una ripetizione di conclavi con un'altra data critica per la Chiesa, vedova per il 28-29 settembre dello stesso anno 1978!

Il compimento di un altro effimero papato.

Intervenni in varie televisioni cittadine, esponendo il mio punto di vista: il ricorso di più papi come avvenne in passato. Non era ancora avvenuto il funerale di Paolo VI che già parlavo della morte del successore e ciò suscitò fastidio ed ostilità da parte degli uditori.

Ma non potevo mutare la sorte che traducevo da Nostradamus.

Fu un anno tremendo per le relazioni con i giornali e le radio-televisioni. L'entusiasmo iniziale per scoprire il futuro si mescolava con i facili sensazio­nalismi dei giornalisti, che facevano di tutte le varie profezie una immensa babilonia. Vi era una corsa per riuscire a predire chi fosse il nuovo successore di San Pietro.

Poiché i giornali evitavano di dar spazio alle mie interpretazioni, ricor­revo alle radio locali (conservo ancora i resoconti scritti di quelle trasmissio­ni). Quando li rileggo, un brivido mi invade, scoprendo come inutilmente molte cose dettagliate siano state previste... ma con il solo effetto di scoprire quanti siano rimasti sordi e ciechi alle indicazioni date.

Tali previsioni fecero il giro del Mondo, tanto che, in alcuni libri pubbli­cati in America, mi scoprii citato per la profezia rilasciata all'Agenzia Asso­ciated Press.

L'idea di un anno di Tre Papi (improvvisi cambiamenti ai vertici del Seggio Pontificale, avevo scritto nel 1976 su Gli Anni Futuri, per il dopo Paolo VI) aveva una ragione storica ricavata da una esemplare sestina, con l'allusione all'elezione di un Papa straniero il cui nome doveva incominciare con V come Vittoria (in Church e Finnico Slavo: Voittisa)!

La saggezza di scrivere in anticipo sui fatti mi risulta ora una prova de­terminante, altrimenti alcune previsioni sarebbero state alterate e confuse.

Imparai silenziosamente a preparare in poche righe le informazioni chia­ve del futuro per pubblicarle o renderle note dopo, ma sempre garantendomi che fossero scritte da qualche parte prima, affinché mi restassero le prove di quanto avevo detto, perché solo documentando le mie anticipazioni posso lottare contro coloro che disprezzano il profeta, soprattutto in questa città (Torino).

Il contenuto della profezia veniva a darmi ragione: Il Vecchio (Sesto) presso la Morte mentre Boscolo poco entro Vergano (Intra Vergante).

Il Vecchio Pontefice che si approssimava alla morte: questa profezia si sarebbe realizzata nel tempo in cui Bosco (Boscolo) era impegnato a scrivere, vergare, interpretare questo presagio, nello stesso tempo in cui Boscolo risul­tava impegnato a lavorare entro Vergano (Gestetner); nell'attimo incredibile in cui Boscolo passava entro Vergano (luogo presso Borgomanero)!

Perché dunque tutti questi coinvolgimenti... questi sensi paralleli se non per dare la prova ed i termini esatti della profezia stessa!

Ma a che scopo? Non certo personale (Boscolo), ma per essere reso noto a tutti, rivolto come dimostrazione indiscutibile per chi vuole queste prove.
Ancor più probante diventa la lettura di questo verso con l'utilizzo delle lingue classiche ben conosciute dal profeta. Bosco sta per Boscolo, che sap
piamo come in greco significhi Pastore, il Pastore che passa attraverso le montagne: Verg - Berg in slavo o lingua germanica o sassone, ma Vergagen significa, proprio nella regione che stavo visitando: trapassare, terminare, giungere al compimento, quindi ancor più evidente: Il Vecchio (Sesto del Si­gnore) presso la Morte, il Pastore poco entro trapassare (morire).

Semmai dubbi vi possono apparire, potete sempre visitare la Basilica Romana di San Pietro per vedere in una sua Volta, l'iscrizione greca «Pasto­re pascola le mie pecore», ma in greco logicamente: Bouscolos...

Ma v'è di più: la stessa riga, letta in espressione finnica, lituana o nordi­ca o slava mostra incredibili contatti con i fatti seguiti: il termine Vergans, tradotto in tutte queste lingue, porta a sensi come: trapassare, terminare, Schiavo o Slavo, Gemello, avvelenare, bastonare ecc...

Ulteriori enigmi che poi si riveleranno esatti nella serie degli eventi che hanno coinvolto il Papa, o Pastore della Chiesa, lo slavo Gemello, il Gemel­lo avvelenato, il Gemello trapassato, colpito doppiamente ecc...

Meglio, ora, lasciare il mistero della semantica a chi sa costruirlo, poi­ché diverrebbe inespugnabile per chi non conosce i giochi del Verbo, del Ver­bare, della Verga di Mercurio, il Messaggero degli Dei.

Quindi Verbare o Vergare, parlare e scrivere per portare a compimento la profezia durante il pontificato che va da Paolo VI ai pontefici Gemelli se­gnati (Marcati = Vergati) di questo tempo.

Come un Quanto di Energia (spirituale), il Logos profetico si espande per giungere al termine che nessuno potrà alterare o nascondere.

Ciò che è scritto canta, solo le parole possono svanire senza lasciare pro­va; ora la prova, la dimostrazione (paradeisa in lituano) si para, si manifesta da sola, iscritta a tempo.

Altri sottili sensi si celano nel termine « Vergano», sono allusivi ad un modo popolare di avvertire il disastro che precipiterà sulla Maison de Dieu, o Tempio di Dio, secondo la Sedicesima carta del Tarocco.

Questo termine è l'asse portante di una Rovina Totale (fisica, economi­ca, religiosa) che cadrà sulla Chiesa poiché ha disprezzato il Profeta. Così è scritto, e così risulta compiersi!

 

2003

 

Nostradamus parla del ritrovamento del libro di Sigismondo fanti "Triompho di Fortuna" in una sua profezia, e và inteso che viene alla luce il vero significato del libro, bollato da tutti come un gioco (libro della sorte), ma che quando giunse nelle mani di boscolo risultava essere il libro profetico tanto atteso.

 

il 2003 era sorprendentemente il tempo perfetto in cui il Motto della Fenice posto nel basso della cornice del ritratto di Michel Nostradamus.

 

Esattamente passati Cinquecento anni dalla nascita di Michel de Nostredame (14 dicembre 1503) che il Motto prepotentemente scuoteva la mia mente con quel " EX antiquitate Renascor " che riportava nuovamente sul tavolo del mio ruolo l'evento chiave atteso da venti anni per il dopo duemila, come tutti hanno calcolato quei cinquecento anni, ma mai sapendo bene da che anno partire in merito alla quartina, già esaurientemente esplorata nell'Enigma Risolto (pag. 326,327,328,329).

 

De Cinq cens ans plus compte(ve) ne tiendra

Celuy questoit(a)l'ornement de son Temps.

Puis à un Coup grande Clarté donra-arnod

Que par ce sie Cles rendra tres contentes.

 

Cinque secoli da cui tenere il Conto, il racconto in poi per i tanti eventi avvenuti.

Ma ancor più esatto ricordare che proprio dal Cinquecento, dal Rinascimento Italiano (così è denominato il Quindicesimo Secolo = Renaissance) che ad opera di colui che ne terrà il computo o meglio venetien Veneto, Veneziano ne terrà il Conto, il racconto la considerazione. Questo così scritto che del Cinquecento sans plus, senza più indugio plus compte - il Maggiore computo che il Veneto ve ne terrà , ve ne darà Conto!

Ce luy - è Lui - celato – questo (ESSO) che sia (que estoit) Italo Ornamento (ornement) del Mento (barbuto) o della Mente che sia proprio del suo Tempo !

Colui che giungerà allo Scoop, al Colpo grande e alla Grande Clarté (delle Carte) e dell'Arte (in greco Tecne) per giungere a tale Grande Chiarezza tanto sospirata ..... pirata, dal greco appiccatore di Fuoco ? o Fiamma che faccia Luce sul nostro Futuro ? Eccoci quindi alla risolutiva, finale Chiarificazione che recherà ...donrà dono donerà Ranod Radon ! (in Slavo Radost = Felicità. Radon è pure nome di un Gas).

 

Allora tutto quanto dipenderà dalla Rivelazione clamorosa che respireremo la nuova aria e clima che dipenderà da tale Fonte lungo questo medesimo Secolo o Sei (Cento) o nei Secoli futuri che sia Cles (Les - Bosco) Chiave, che renderà la sua stessa Generazione contentissima, aggiungendo che l'anfibologia " Tres contents " triplici o tresca, trama dai Grandi Contenuti.

L’incredibile CONTENUTO che ha Moto (in giapponese) Origine dal Cinquecento, dal Rinascimento Italiano, da cui senza indugio alcuno si conta, si racconta, si snoda l'intera Opera ! ad Opera di chi deterrà il Conto, computo del Racconto storico.

Orbene Colui che sia questo Italiano (da risultare) I'ornamento, fregio del suo Tempo.

La traduzione e l'anfibologia ha nella lingua classica dei poeti (in greco) un dato la cui parola ha per Ornamento = Kosmos, indicazione ulteriore di Ordine (Jus Juris) o disposizione

secondo l'Ordine che sia dell'Ordinatore del suo Tempo (Saturno). Questa funzione di essere il Cosmoi o l'Ordinatore ovvero chi porta Ordine (Jus Juris in latino) nel Mordo, nel Cosmo, come avvenga mediante l'Ornamento, il Fregio Estetico del Mondo o dei Mondi, Sfere e pianeti sano di fatto tali illustrazioni proprie del suo Tempo cronologico.

 

Da, così parlò nostradamus pg.10-11

 

La chiave di tutto

 

Quando nel 1988 è stata pubblicata la mia prima prefazione appunto su questi argomenti su uno degli Oscar Mondadori riguardante l'interpretazione di "Nostradamus" di Renucio Boscolo, essa non era nient'altro che l'introduzione a uno dei convegni organizzati dal Centro Studi Galileo sulla futurologia (che in realtà sono stati di premessa secondo i concetti esposti nel primo paragrafo alle centinaia di congressi nazionali e inter­nazionali sul freddo e sul condizionamento) ovverosia sulla pos­sibilità di prevedere il futuro.

Ora molti anni sono passati e contemporaneamente molti av­venimenti si sono succeduti per la maggior parte dei quali ho potuto constatare che erano stati proprio già, anche se a grandi linee, preannunciati da Renucio Boscolo (come del resto si può verificare dalle riprese televisive e dalle videolezioni che a suo tempo erano state effettuate presso il Centro Studi Galileo e presso alcuni saloni comunali di Casale Monferrato dov'è ap­punto la sede principale del Centro, oltre che ormai su moltissi­me testate di giornali nazionali e internazionali).

Riguardo a questi convegni di futurologia, il prossimo verrà organizzato presso l'Università di Urbino, quello che colpisce di Renucio Boscolo e nello stesso tempo riafferma la serietà delle iniziative di interpretazione di "Nostradamus" è la constatazio­ne della ricerca continua, metodica, e nello stesso tempo rigoro­samente scientifica, dei collegamenti tecnici sia dal punto di vi­sta linguistico, sinottico e matematico sui concetti analizzati e con mente analitico-scientifica riguardanti le profezie di "No­stradamus", sia proprio dal punto di vista quasi ingegneristico e ancora di più a un livello più approfondito e quasi da sensitivo.

Come conclusione di questo ne scaturisce una limpida visio­ne che goccia dopo goccia prelude e descrive in precedenza e nello stesso tempo approfondisce le cause e gli effetti collegati, le concatenazioni e gli sviluppi attuali con le proiezioni future, delle catene successive del divenire degli eventi.

Eventi del resto che lo stesso "Nostradamus" aveva, nelle Sue quartine, preannunciato sarebbero diventati più chiari sotto l'interpretazione del Suo interprete per eccellenza.

Possiamo quindi dire che è arrivato il momento di con­statare che il vero interprete di "Nostradamus" è Renucio Boscolo?

 

Una quartina in particolare parla di colui il cui nome è legato alla parola francese «Bois», in italiano bosco, «mentre scriven­te» — «bois dedan vergans» (presagio 98: riferimento esplicito a chi svolge la Funzione di operare e scrivere in un preciso mo­mento storico "anni 70", come si è verificato con Renucio Bo­scolo).

E ancora, a sigillo di quanto detto, "Nostradamus", aveva pure indicato che il Suo interprete per eccellenza avrebbe trova­to la lapide che ricorda la Sua visita a Torino nel 1555.

 

dott. prof. Enrico Buoni

direttore Centro Studi Galileo

Da, così parlò Nostradamus pg. 74-75-76-77

 

Ma il Veggente ben difende e tutela la propria ortodossia poi­ché nelle sue quartine lascia appositamente ai posteri il segreto "Colui che mina la mia Grave (rezini) Profezia", "Il Solo (Sol - Los) Solare che terrà la Legge (Thorah) del Profeta", indicando così chi perverrà con perspicacia a capire il suo celato Dell'Ulcane Ermetico (di cui il mondo) Messaggero-Annunciatore ne farà pastura finché resterà Solo, Unico celato e eclipseus - eclissato per Mer­curio messane infernale (nefera) mischia che pur urla al Cielo fecondo-Secondo (Tauros)... Chi taglierà la testa al Toro (6-93).

 

Chi risolverà l'enigma da Tagliaboschi o taglialegna, perché è avvertito che:

(Rien) Nessuno-Nulla-Niente d'Ennesimo farà-accadrà

Che assai non venga a incidere coi suoi sismici sconvolgenti sensi (sesmes)

Messaggi e Lui bene (Lvbien) intrappolati (incastrati) tutti Totalmente al Rovescio (rebours) allora Vedere quichi il Bosco fendeva (tagliava via, fuori).

 

Sul difficile cammino dell'umana interpretazione gli elementi di questi versi devono risultare ben importanti, se sono così ri­correnti in altri presagi riferiti a eventi storici sempre in conco­mitanza con questo tagliabosco!

Bisogna essere padroni del Nome, del significato delle parole, per poter operare a dovere e interpretare tutti i sensi espressi e racchiusi appunto nella Parola !

Bisogna ricordare la tradizione ebraica del mito della Parola, del Bal Shém o Bàal-Shém-Tòv.

Non si può pretendere di spiegare Nostradamus senza talvol­ta leggere anche in greco, in latino o in ebraico alcune parole non certo messe a caso ma che spesso si rivelano sorprendenti segnali lungo la sua strada, che è appunto la Somma dell'arte del Suono e della Parola.

Solo con questo metodo il lettore saggio potrà veramente aspi­rare a resuscitare i muti (il silenzio è d'oro) Versi composti dal Verbo, dalla profezia da minare solo se andrà analizzato il conte­nuto, in più lingue e secondo quanto il messaggio sia rivolto al tal popolo o al talaltro, per cui lo si dovrà leggere nella sua lingua specifica. Tutto estremamente semplice, se sarà fatta la dovuta traduzione per chi parla e legge l'italiano. Si leggerà quindi in te­desco per i lettori germanici, in russo per la Russia, cinese per la Cina, arabo e simili per tutte le nazioni mediorientali.

E tutto questo comporta poi e avvalora anche l'esistenza delle numerose profezie riferite al mondo arabo!

Allora davvero il Verbo, il Logos, lo Shem (ebraico) diverrà un nuovo FIAT LUX, lettera dopo lettera, risultandoci nuovamente quanto sia bene riattingere, all'Alba Biblica dell'Universo, alla ricchezza del mistero e al pozzo (Bereschit) del Grande Chiari­mento, anch'esso pronosticato da avvenire da o dopo cinquecen­to anni da quel fatidico secolo, soprattutto anche alla Luce di semplice Candela fatta di Cera (au cierge).

Questo accadeva ieri, nel Cinquecento, sul tavolo di lavoro del solerte Profeta, e accade anche oggi per chi sarà al Lume d'Ac­ciaio, nel ruolo ulteriore di far luce... con il suo Filo di Piombo, affinché nel mondo più razionale tutto sia retto e ben squadrato fino all'uso nel lavoro dell'acciaio (aucier) stramoderno:

 

Del Bosco Città, Citate Lettere (ezlettres cachées) nascoste verranno alla Luce,

(Au-Cierge) al Lume (torcia) Lavoro (Erg, Ergon)!

 

Nessun paese è sprovvisto di dotti che possono seguire questa via, la strada, la route, tariq, the street, che sia la Somma Strada, quella che conduce all'Arte del Suono, della Fonetica in più linguaggi, da quando l'umanità ha vissuto l'esperienza della confusione dei linguaggi sotto la Torre di Babele. Ma questo procedimento ha messo radici solo in questo nostro secolo.

La scoperta nelle Lettere stesse, venuta alla luce, dopo attenta analisi delle parole, Logos, usate nelle Lettere del Profeta, riesa­minate e ristudiate proprio in questa città e metropoli (du bois Citez Cachéelettres...) fino a riuscire a farle emergere alla piena luce del giorno dopo che erano state nascoste per troppi anni!

Ed indietro nei secoli che si deve studiare.

 

Bisogna recuperare le cose che Lui amava occultare, quello che Nostradamus aveva concepito coi suoi primi studi umani­stici ad Avignone, contado papale, e sapeva benissimo come comportarsi con il clero, colonna portante della cattolicità e del­l'ortodossia imperante con cui manteneva costanti contatti.

L'alto clero "Procero" lo stima e lo riconosce devoto e convin­to praticante, lo protegge dai suoi nemici, a cominciare dagli ugonotti e dai riformati che lo indicano alla pubblica esecra­zione come eretico degno del rogo. E la provvidenziale longa manus dei sovrani lo preserva dalle più dirette violenze, come la minaccia di una causa e quindi di un processo da parte del­l'Inquisizione, operata dai suoi denigratori, che cade per opera della solerte indagine della Chiesa, la quale accerta l'assoluta fe­deltà di Nostradamus alla dottrina evangelica e biblica, proscio­gliendolo da ogni sospetto di accusa e così umiliando i suoi ma­ligni concorrenti e avversari. Anzi, allo stesso pontefice Pio IV è dedicato, il 17 marzo 1561, un nuovo Almanacco Profetico, oltre a un'edizione delle Centurie stesse (Bibl. Vaticana).

Nostradamus non amava muoversi senza angeli custodi da città in città; a seconda delle richieste che gli piovevano improv­vise. Ma amava vivere, per quanto gli era possibile, fuori della confusione delle folle e della corte, preferendo scrivere e studia­re senza posa e dedicare molte ore all'epistolario con gli svariati amici facoltosi o famosi dispersi in ogni nazione d'Occidente.

Gran parte dei suoi scritti si suppone siano andati smarriti, for­se privandoci così di ulteriori informazioni. Non è però detto che, a distanza di secoli, non ci possano essere segnali incoraggianti che spingano il vento nella direzione giusta, accendendo legittime speranze per quei ricercatori che sappiano riconoscere testi e composizioni, tutte quelle informazioni che venissero a formare un corpo comune con quanto risulta ancora mancare delle Centurie stesse (XI e XII incomplete).

 

 

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